Enrico Bertolino si racconta: comicità, comunicazione e solidarietà

 

di Rosanna La Malfa

Intervistiamo oggi Enrico Bertolino, comico, manager e uomo di Cultura.


Italiano fino al midollo. Ma quanto il tuo essere comico ha di Milanese? Parlaci di te.

La comicità, secondo me, dovrebbe essere un patrimonio dell’Unesco, ovvero internazionale, ma so benissimo che la cultura del nostro Paese (molto radicata nelle Regioni) privilegia spesso un approccio più mirato sul costume di quella regione dove ci si esibisce.

Personalmente ho basato molto del mio repertorio iniziale su Milano ed il nord (anche perchè mi esibivo quasi prettamente qui), poi Zelig, mi ha chiesto di portare questa comicità come mio contributo al grupp0o di comici provenienti da tutta italia (Teresa Mannino ad esempio ha rappresentato meravigliosamente il costume Siciliano, che è facilmente adattabile anche al nord per via del fenomeno migratorio che anni fa ha portato famiglie intere a stabilirvisi). Da parte mia, con il tempo ho allargato i miei orizzonti e sono stato soprattutto nelle tournée teatrali spesso al Sud, in Sicilia Sardegna, oggettivamente non quanto avrei desiderato, ma chissà… forse sono ancora in tempo…


Quanto ti piace oggi la TV? È in linea con la conduzione dei tuoi programmi televisivi?

Sinceramente la guardo poco, e ne faccio anche poca (non sempre per scelta mia ovviamente) e perciò si deduca già la risposta anche alla seconda parte della domanda. Il programma che ho condotto per più tempo sulla stessa rete è stato Glob su Rai 3 (5/6 anni per 14 edizioni), ed è stato un antesignano (in epoche in cui YouTube era praticamente sconosciuto) di quel l’Infotainment che oggi su molte reti si propone spesso. I risultati nostri erano ovviamente condizionati dal fatto che allora esisteva ancora (faticosamente difesa con i denti) una seconda serata per programmi da testare o proporre. Oggi chi parte alle 21.00 fino a mezzanotte spesso non lascia spazio ad altro che alla pubblicità. Il talk politico, grazie o a causa anche dei Profili dei partecipanti (Giornalisti /Politici ) ha proposto da solo quell’Infotainment fatto di servizi montati per suscitare ilarità, clip comiche prese da altri programmi, e perchè no anche qualche Politico che si vanta di essere “ironico” presentando la parodia di se stesso. In assenza di lavoro di Confezione, di Sperimentazione e di ricerca credo che questo Tipo di TV (che peraltro costa meno, ma costa…) non sia quella alla quale potrei dare ancora un contributo che vada al di la della presenza. Comunque sempre disponibile per nuove esperienze purché in linea con quanto già esposto.

Laurea in Economia alla Bocconi ed esperienze nel campo delle risorse umane. Come coniughi la TV e questa professione?
La Tv è stat molto importante per il mio Primo Lavoro (il Cabaret /Teatro continuo a poterli ritenere un Hobby e sono stato fortunato a poterlo fare). La TV mi ha permesso di avere quella parte di notorietà e di fare quell’esperienza che, nel campo della Comunicazione e dei Media, mi consentono oggi di poter aiutare manager ed aziende avendo un Background solido ed ottenuto sul campo. Diciamo che il diploma di Laurea mi ha consentito di potermi avvicinare (insieme ai  quasi 20 ani di esperienza successiva) al mondo delle imprese e potermi proporre anche in una veste meno artistica ma comunque ironica.

Risorse umane ma anche umano. Sei socio fondatore onorario di Pititinga Onlus in Brasile. Ce ne parli?
Restare Umani, oggi è una sfida sempre più attuale e per me lo è sempre stata. L’esperienza di Vida a Pititinga Onlus in Italia e Fundacao Vida in Brasile per me sono state quasi una conseguenza naturale del mio vivere pieno il Brasile come mia seconda Patria. La mia compagna ormai da 27 anni è Brasiliana. Nostra figlia Sofia è nata il Brasile quasi 10 anni fa, diciamo che è stato importante, nel 2004, poter contare anche sul contributo della popolarità e degli amici di Zelig, come di Smemoranda per iniziare un percorso che non si è mai interrotto e che ci ha portato a realizzare un asilo, un centro di primo soccorso medico (con Mediafriends la Fabbrica del Sorriso), un campo da calcio con annessa squadra sportiva ed una pousada (Ostello per la gioventù), senza contare le 14 case donate da singoli donatori direttamente tramite nostro ad alcune famiglie locali. Tutto questo mi fa stare bene, ed anche se ora la Fundacao ha intrapreso un cammino individuale, supportata anche da Collaborazioni avute con Action Aid, D& G durante la coppa del mondo del 2014 ed alcuni generosi amici Italiani e del Canton Ticino in Svizzera… ebbene nonostante tutto la sento sempre come una nostra creazione (mia di Manuel Rossi, commercialista in milano e presidente per molti anni e di Edna Galvao, mia compagna nella vita). Diciamo, per usare positivamente una frase e che recentemente è stata spesso usata (a volte anche senza grande cognizione), continuerò sempre a sostenere i progetti di Fundacao Vida Brasil perchè dopo tanti anni mi sento parte integrante della comunità, ovvero continuerò ad “Aiutarli a Casa mia”.

L’amore per l’Inter che peraltro ti è stata vicino anche per la tua attività benefica a Pititinga. Raccontaci.
Nella storia di Vida a Pititinga , una menzione  a parte la merita il progetto “Inter Campus”, (organizzazione senza finalità di lucro che opera  nel nome  ed attraverso più di 27 paesi nel mondo) . L’allora presidente Massimo Moratti, nonché l’ambasciatore dell’Inter Campus nel mondo Francesco Toldo, ci hanno concesso l’Onore ed il grande privilegio di poterci fregiare del marchio Inter Campus ed usufruire dell’organizzazione (in Brasile erano già aperte 4 scuole calcio tra San Paolo Rio e Recife) e così nel 2010 (anno dello storico Triplete , ad agosto abbiamo inaugurato il “Centro Esportivo Giacinto Facchetti” alla presenza di Bedy Moratti, della moglie Giovanna e del figlio Luca. Da allora una media di quasi 90 bambini ha seguito corsi ed allenamenti (con squadra femminile) sia di Calcio che di Capoeira, una danza lotta molto praticata e conosciuta localmente. Come vedi il tifo non sempre porta a scontri o comportamenti scorretti. Sono infatti aperto a qualsiasi iniziativa da parte di altre squadre, purchè  sia fatta per i bambini e per difendere ed incentivare il loro sacrosanto diritto al gioco, oltre all’Istruzione ed Alimentazione.

Dai tre aggettivi ai social network (tu usi giornalmente Facebook, Instagram e Twitter)?
Potenti, (da maneggiare con cura), Efficienti (non sempre vuol dire che siano anche efficaci) e Socialmente Futili... ovvero vanno lasciati alla dimensione che dovrebbero avere, mentre noto che la Politica ad esempio li ha sostituiti ai Comizi… dato che raggiungono più persone in meno tempo e non si rischia di essere contestati con Uova e Pomodori… ma al massimo da un Troll o un Hater

Il clima e il linguaggio di intolleranza che tu non vivi e non usi. Come lo combattiamo ?

Ricollegandomi alla risposta precedente, alla crescente Intolleranza (palpabile anche attraverso il sensibile termometro dei social Network) si deve rispondere con l’esatto contrario, con la Tolleranza, che non significa debolezza, anche le guance da porgere prima o poi finiscono e generalmente non sono più di due. Il Problema è che alla Stupidità si può e si deve rispondere con Ironia, mentre all’Ignoranza si può anteporre la Conoscenza: il tutto, se possibile, in modo da farci capire e senza quella sgradevole e diffusa modalità di comunicazione… che è l’arroganza del Potere. Meglio invece l’Importanza del SapereCivile. Come diceva Sun Tzu nel famoso trattato L’arte della Guerra… la miglior vittoria è quella ottenuta senza combattere”.

Fonte: Quotidiano dei contribuenti